Nell’ambito del “Food&Science Festival” organizzato da Confagricoltura Mantova, questa mattina si è svolto al Liceo Virgilio il convegno “Ricerca ed innovazione nella filiera agricola” per la presentazione del progetto “Reflua”, con capofila la cooperativa bresciana Assocom, finalizzato ad individuare modalità di abbattimento degli antibiotici nei reflui zootecnici a tutela delle risorse idriche e del suolo.
Marianna Garlanda, della direzione generale Agricoltura della Regione Lombardia, ha illustrato le modalità con cui si svolgerà il progetto, in una collaborazione tra tre imprese e l’Università di Bologna: “La forma del partnerariato – ha spiegato – è una carta da giocare per favorire l’innovazione nel rapporto virtuoso tra le aziende e gli istituti di ricerca”. Le società agricole coinvolte sono l’Agrisuinicola Ransenigo Carlo di Pontevico (Brescia), Fattorie Novella Sentieri di Quinzano d’Oglio (Brescia) e Chiozzi di Cappella Cantone (Cremona).
Ilaria Braschi, del dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna, responsabile scientifico del progetto, ha spiegato le metodologie e le finalità di “Reflua”. “La necessità di ridurre l’impiego di antibiotici nelle filiere zootecniche per contenere il rischio di insorgenza di fenomeni di antibiotico-resistenza – ha detto – è importante per l’agricoltura sostenibile che guarda all’ambiente come fattore fondamentale”.
Ad oggi, mentre sono state definite diverse strategie finalizzate alla riduzione dell’impiego di antibiotici nel ciclo di allevamento, si presta ancora poca attenzione alla diffusione ambientale dei principi attivi presenti nei reflui zootecnici nonostante il loro spargimento in campo sia una comune pratica agricola, necessaria in quanto utile a ripristinare il livello dei nutrienti e della sostanza organica in terreni sottoposti a cicli intensivi di coltivazione.
Gli obiettivi del progetto “Reflua”, finanziato nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale della Lombardia 2014-2020, sono: fornire misure di contenimento del rischio del fenomeno dell’antibiotico-resistenza legata alla gestione dei reflui suini in azienda e in campo; produrre refluo suino meno impattante per suolo e acqua perché a rischio ridotto di antibiotico resistenza; informare, sensibilizzare e responsabilizzare le aziende agricole relativamente al rischio del fenomeno dell’antibiotico-resistenza connesso alla gestione e distribuzione in campo dei reflui suini; adattare le misure di contenimento del rischio dell’antibiotico-resistenza – su cui ha fatto il punto Patrizia Bassi dell’Istituto Zooprofilattico di Lombardia ed Emilia-Romagna – ai diversi sistemi produttivi adottati dalle aziende partner del progetto.
Il ruolo degli allevatori all’interno del progetto è stato illustrato da Danio Chiozzi, che ha evidenziato come “l’allevatore oggi non può sottrarsi ad investire in innovazione per incrementare la qualità delle produzioni: la nostra azienda è certificata antibiotic free”.
“Reflua” vede coinvolti anche altri attori della filiera suinicola, come ha spiegato il Presidente della Cooperativa mantovana Opas, Lorenzo Fontanesi.
Le opportunità per la filiera che derivano dalla riduzione dell’uso di antibiotici nell’allevamento suino sono state presentate da Paolo Trevisi dell’Università di Bologna: “Oggi – ha sottolineato – i consumatori sono più consapevoli rispetto al passato ed è quindi importante una percezione positiva del sistema produttivo: il cambiamento deve essere vissuto dalle imprese agricole come un’opportunità”.
Le conclusioni dell’incontro sono state affidate a Luigi Zanotti, presidente di Assocom e a Matteo Lasagna, vicepresidente nazionale di Confagricoltura.
“Gli allevatori – ha detto Zanotti – sono chiamati a nuove sfide ma è importante che questi temi siano affrontati in modo scientifico per combattere le false informazioni che circolano su questo settore”.
“Questo incontro – ha detto Lasagna – rappresenta la quintessenza del festival mantovano: possono esistere tanti modi di fare agricoltura, ma senza ricerca e senza scienza non ci può essere uno sviluppo davvero sostenibile”.