Le preoccupazioni alimentari più frequenti dei cittadini europei sono: residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne (44%), residui di pesticidi negli alimenti (39%), contaminanti ambientali nel pesce, nella carne o nei prodotti lattiero-caseari (37%) e additivi, come coloranti, conservanti o aromi utilizzati in alimenti o bevande (36%).  E’ questo uno dei risultati di una indagine – presentata a metà giugno –  da Eurobarometro sulla Sicurezza Alimentare e sulle modalità di scelta da parte dei consumatori. Quando acquistano del cibo i fattori più importanti all’attenzione della popolazione europea sono di conoscere l’origine (53%), il costo (51%), la sicurezza alimentare (50%), il gusto (49%) ed il contenuto nutrizionale (44%), mentre fattori come l’etica o le credenze religiose hanno meno importanza nelle scelte (19%).

La fiducia dei cittadini nella fonte di informazioni sui rischi legati agli alimenti è maggiore quando provengono da scienziati (82%) e organizzazioni dei consumatori (79%), seguite dagli agricoltori (69%), le autorità nazionale (60%), istituzioni dell’UE (58%), ONG (56%) e, infine, giornalisti (50%).

Questa fiducia è inferiore quando proviene da supermercati e ristoranti (43%), industrie alimentari (36%) e celebrità, blogger e persone influenti (19%). Poco più di 2 intervistati su 5 (43%) sanno che esiste una legislazione in vigore per garantire che il cibo che mangiano sia sicuro. Inoltre, solo 2 su 10 (28%) sanno che questa legislazione si basa sulla scienza.