Si è svolta presso il Palace Hotel di Cremona la giornata della suinicoltura. Argomento della giornata è stato l’antibiotico resistenza e redditività aziendale.

Sono intervenuti:

Il Dott. Belluzzi Giancarlo: la Comunità scientifica internazionale è impegnata a contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, un’emergenza che sta interessando sia il settore umano che animale. Sugli allevamenti zootecnici intensivi si sta quindi concentrando l’attenzione degli esperti, impegnati a trovare soluzioni che tutelino e curino la salute degli animali attraverso un uso corretto e responsabile degli antibiotici.

Il Prof. Dr. Jeroen Dewulf: dopo un breve panoramica relativa al consumo dei farmaci in Europa nel 2012, è stato evidenziato che il consumo di antibiotico per un “suino” medio europeo, è pari a 18 giorni su un totale di 200 giorni di vita (9% della vita del suino), che, corrisponde ad un ipotetico impiego di antibiotico per 1 mese all’anno in umana. Ciò è dovuto ad un utilizzo preventivo in tre fasi di vita dell’animale (dopo la nascita, in svezzamento e quando vengono spostati all’ingrasso) e questo comporta una selezione di batteri resistenti, che persistono fino all’abbattimento dell’animale. Questa resistenza è dovuta a: quantità di utilizzo, dose e durata, scelta dell’antimicrobico, modalità di somministrazione. È previsto che nei prossimi anni non verranno prodotte nuove molecole di antibiotici, per evitare un aumento della problematica di antibiotico-resistenza, occorre in primis adottare una politica di consumo responsabile dell’antibiotico. Uno dei punti fondamentali, per raggiungere tale obiettivo, è sicuramente aumentare l’attenzione di benessere e biosicurezza in allevamento.

Il Dott. Loris Alborali: è stata analizzata la situazione italiana relativamente l’utilizzo di antimicrobici dal 2010 al 2017 dove si è registrata una diminuzione consistente di consumi (da 421mg/pcu a 274 mg/pcu). Gli antibiotici critici (CIA) rappresentano solo il 4% del consumo totale. Nello specifico: nello stesso periodo, mentre  le cefarosporine di 3° e 4° generazione e i fluorchinoloni hanno mantenuto un consumo costante,  la colistina ha registrato una drastica riduzione. Anche in questo caso per raggiungere l’obiettivo di riduzione dei consumi occorre intervenire sulla profilassi vaccinale, sulla biosicurezza e sul benessere animale.

 Dott.ssa Scollo Annalisa e Guadagnini Giovanbattista: la presentazione ha messo in luce alcune azioni pratiche dove intervenire in modo responsabile sui trattamenti terapeutici di massa. In particolare un uso responsabile del mangime medicato e un’attenzione sul profilo clinico della mandria porterebbe ad una riduzione di questa tipologia di interventi abbattendo in modo considerevole la DDD (Defined Daily Dose). È stata considerata anche l’opportunità di sostituire i prodotti oggetto di attenzione con soluzioni alternative quali: antibiotici non CIA, antinfiammatori, antipiretici e mucolitici. Infine, Sono stati mostrati esempi di allevamenti che grazie a un miglior management aziendale hanno ridotto drasticamente l’utilizzo di antibiotici e soprattutto le terapie di massa.